Che cos’è la sindrome della rana bollita? Si tratta di una storiella che circola dalla fine dell’Ottocento e che ha una potente efficacia metaforica nel descrivere la situazione in cui ci troviamo.
La storiella dice più o meno: se si mette una rana in un pentolone d’acqua a temperatura ambiente e si alza la temperatura progressivamente, la rana finirà con l’adeguarsi pian piano, fino a morire bollita. Inversamente, se la stessa rana viene gettata in un pentolone contenente acqua già riscaldata, reagisce provando a saltar fuori immediatamente.

Solitamente usata per descrivere gli effetti del cambiamento climatico o i meccanismi sociali di assuefazione a condizioni altrimenti inaccettabili, questa storiella si applica molto bene al perdurare del Green Pass nonostante la fine dello Stato di Emergenza.
Il 31 marzo prossimo lo stato di emergenza dovrebbe terminare. Tuttavia, da diversi giorni, si dibatte se sia il caso di sospendere anche il Green Pass o se invece esso debba restare attivo. Il fatto stesso che la questione si ponga è preoccupante: perché se il GP può avere una sua legittimità come dispositivo di uno stato di emergenza, dovrebbe essere completamente inaccettabile che tale legittimità possa persistere in condizioni di normalità.
Per farmi capire meglio, caro lettore e cara lettrice, facciamo un esperimento mentale, come quelli tanto cari ai filosofi della mente. Siamo nel dicembre del 2019, il mondo non conosce gli effetti di una pandemia e le nostre vite proseguono in quella che definiamo normalità. Guardiamo la TV distrattamente, mentre smanettiamo sul nostro telefono e a un certo punto le trasmissioni si interrompono: a reti unificate viene annunciato dal capo del Governo che, dal 1° gennaio, per andare al bar, al cinema, a teatro, a scuola, sull’aereo – e persino per lavorare – servirà un certificato di idoneità sanitaria, chiamato Green Pass, che si può ottenere mediante tampone o vaccinazione.
Se di fronte a questo scenario, caro lettore e cara lettrice, credi che ti saresti sentito a tuo agio, allora puoi vivere serenamente: sei quel tipo di rana a cui la temperatura dell’acqua non importa poi così tanto. Non è necessariamente un male, anzi, sei un tipo di persona estremamente flessibile alle circostanze, il che ti rende, dopotutto, il più adatto.
Se invece, credi che avresti risposto: “Cosa?! Col cavolo! Ma sono impazziti?”, allora sei quel tipo di rana che oggi dovrebbe saltare fuori dall’acqua e scappare via da quel Pentolone-Paese (a quanto pare sempre più solo nelle democrazie Occidentalia) che ti sta cucinando a puntino.
Se, infine, sei quel tipo di persona che nello scenario dell’esperimento mentale avresti reagito prontamente, ma oggi neanche ti accorgi di quanta eccezionalità ci sia nel prolungare il Green Pass oltre lo stato di emergenza, allora, caro lettore e cara lettrice, sei proprio la rana della storiella: non così accomodante da farti imporre una cosa bruscamente, ma non così reazionaria da accorgerti quanto dolcemente la tua normalità stia cambiano in peggio.
Una nota di positività, che viene dalla scienza. Secondo il parere di alcuni esperti, la rana salta fuori se ne ha la possibilità e non si fa fregare dalla lentezza e dall’inesorabilità di un processo, essendo la termoregolazione uno dei meccanismi di base della sopravvivenza. Ma in realtà cosa accada davvero non ha molta importanza, poiché questa storia deve servire come quella che il filosofo Daniel Dennett definisce “pompa di intuizione”, cioè come uno strumento per pensare che ci consenta di cogliere profondamente l’essenza dei problemi.
Links utili:
https://en.wikipedia.org/wiki/Boiling_frog
https://www.theatlantic.com/technology/archive/2006/09/the-boiled-frog-myth-stop-the-lying-now/7446/
http://answers.google.com/answers/threadview?id=758865
https://archive.org/details/studiesfrombiol00martgoog/page/384/mode/2up